Si, è una tomba. Riparto a scrivere su Potentia da qui: da una fine… per riaprire un nuovo inizio.
Oggi sono 10 anni dacché la mia nonnina Angiola se n’è andata ❤️. Oggi sono stata a trovarla, a pulire il suo lettino di ciottoli e lasciarle i fiori.
In questi giorni sto facendo un grande lavoro interiore di pulizia e ordine, e sposta di qua, lustra di là, mi rendo conto dei retaggi famigliari che ancora mi trascino dietro; come fosse mio dovere conservare, insieme alle memorie belle, anche le fatiche e i pesi degli avi sulle spalle!
Non lo è.
Lo so bene ma.. come si dice, le colpe dei padri ricadono sui figli! Un comandamento giudicante, con cui forse si voleva intendere qualcosa a cui credo fortemente, e cioè, che quello che il genitore non ha risolto, lo passa in maniera diretta ai propri figli. Ma questo è un problema o un’opportunità? Entrambe le cose, a seconda di come ci poniamo.
Molto spesso, nel mio lavoro con le persone, vengono fuori abitudini e pensieri famigliari acquisiti che fanno parte del quotidiano, ma che se riconosciamo, possiamo tranquillamente cambiare, recidere e trasformare, per diventare più liberi e in contatto con la nostra autentica natura.
E’ un lavoro lungo, dura una vita, ma il prezzo è troppo alto! Il punto è questo:
“che io viva la vita di mia madre o di mio padre, o, credendo di dare loro contro, non voglia vivere la vita che hanno fatto loro, mi mette comunque nella condizione di non vivere la mia!”
Ora, sta arrivando l’inverno, tra poco si avvicina il giorno dei morti, in cui chi più chi meno va a trovare i propri cari ed entra in contatto coi ricordi legati a loro. Parliamo esattamente di legami, e, mettendo da parte quello indissolubile dell’amore, i legami che possiamo cercare di sciogliere sono quelli della colpa, del fardello, della fatica che loro hanno fatto prima di noi e che non devono necessariamente essere i nostri!
Allora ti invito a questa riflessione e a un piccolo rituale di pulizia.
Pensa alle persone di riferimento che ti hanno lasciato, o se hai la fortuna che siano ancora vivi, pensa alle accuse che rivolgi ai tuoi genitori o a chi ti ha cresciuto e che volutamente o meno ti ha gettato addosso responsabilità, paure, giudizi, convinzioni, che oggi senti che ti legano, che non ti appartengono più, ma ancora agiscono le loro conseguenze.
Ad esempio: mamma troppo dipendente da papà, che ti diceva di tenerti stretto il tuo uomo (anche a scapito della felicità?), papà troppo assente (e allora giù a inseguire per una vita tutti i Peter Pan del caso), nonna sempre al minimo risparmio (lei si che la miseria l’aveva conosciuta – e tu che rapporto hai coi soldi?), nonno irascibile (e allora che paura quel collega prepotente)…ecc.
Ora, prendi carta e colori!
Osserva e rintraccia dentro di te, in qualche tuo comportamento o modo di pensare, le stesse accuse o vizi che vedi in loro. Io da quando sono diventata mamma, con raccapriccio mi sorprendo a volte a trattare mio figlio nei modi di cui avevo sempre accusato mia madre!
Pensaci un po’, magari in altri ambiti della vita rispetto ai loro, tu ti comporti nello stesso modo, o in reazione in modo opposto, ma ti rendi conto che comunque quella modalità non ti appartiene e non è più funzionale.
Già questo ti mette nella condizione di potere, se vuoi, perdonare te e anche loro, perché siamo tutti essere in crescita e se non hanno saputo riconoscere le loro fragilità e cambiare, forse ora lo puoi fare tu.
Procedi rintracciando tutte le cose buone che ti hanno lasciato: l’eredità per cui provi gratitudine e orgoglio. Io per esempio ogni volta che mi guardo i piedi, vedo i piedi dell’Angiolina e mi viene da sorridere, e da lei ho ricevuto forte presenza spirituale e saper trovare il sacro in ogni cosa.
Queste sono i lasciti che di lei trattengo.
I suoi sensi di dovere, di colpa, le sue frustrazioni e rabbie gli le lascio. Hanno girato per casa troppo a lungo, tenendomi ferma per tanto tempo su quello che, in quanto donna, potessi o non potessi raggiungere.
Ora trova anche tu le tue eredità, scrivi su un foglio, da una parte quello che tieni, e dall’altra quello a cui rinunci, e sotto in mezzo, un bel GRAZIE a caratteri cubitali! Ricorda che puoi farlo anche con i vivi! Ancora meglio!!
In ultimo, prima di salutare nonnina, ho recitato a lungo questa preghiera, piccola e potente, con l’intenzione di sciogliere i nodi tra me e lei, conservando di noi il buono e l’utile, te la regalo:
Grazie…(nome)
mi affranco dalla tua croce.
Il tuo potere è il mio potere.
Puoi prenderla e trasformarla in qualcosa di più vicino a te (es. mi affranco dal tuo dolore, fardello, le tue fatiche ecc..) e scriverla, con intenzione, sotto il GRAZIE.
L’importante è sentire di avere perdonato – o almeno iniziato a perdonare 🙂 – (per.dono, parola interessante, hm?) per muoverti verso nuovi atteggiamenti, nuovi impegni tutti tuoi; senza la colpa, ma verso la responsabilità che tutti noi abbiamo, secondo me, di diventare la versione migliore di noi stessi.
A presto!
Segui il calendario degli eventi, presto il Workshop : “lettera di cuore”, per fare un passo concreto, riconoscere dentro di te tutto quello che puoi conservare e tutto quello che non ti serve più, nella relazione su cui vorrai concentrarti (mamma, papà, ex fidanzat* ecc.)
…
🌸Ciau nonnina, ti amo!
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