Ti è mai capitato di provare una tale ammirazione per una compagna delle superiori, da scegliere la sua stessa università, per renderti conto solo anni più tardi che non era il tuo indirizzo? Oppure c’è qualcuno che conosci che sa disegnare veramente bene o che insegna yoga e allora ti iscrivi agli stessi corsi, ma più passa il tempo, più perdi progressivamente interesse fino a mollare chiedendoti perché mai continui a fare cose che non ti interessano veramente?
Sono meccanismi che accadono a tutti. Purtroppo molto spesso.
Io ad esempio da ragazza mi sono innamorata di un amico, fotografo: era bravo, le sue opere coinvolgevano l’osservatore, tanto erano vivide che sembrava si animassero e i loro soggetti uscissero dalla pellicola. Il suo talento era riconosciuto e apprezzato da tutti.
Ebbi una folgorazione: volevo diventare fotografa! Auto incaricatami sua assistente personale, lo seguivo nelle sue peregrinazioni alla ricerca di soggetti interessanti. Lo osservavo ed emulavo, con la mia macchinetta fotografica, rapita e intirizzita la mattina all’alba mantenendo dolorose posture per ore, aspettando l’improbabile passaggio degli uccelli.
Non ci siamo mai messi insieme e solo dopo qualche mese di mia totale dedizione ad altrui causa, mi sono resa conto che si, bella, ma non me ne fregava molto della fotografia e tutto sommato non ero nemmeno innamorata.
Avevo realizzato che io non volevo lui – io volevo essere come lui.
E non era tanto la sua arte a colpirmi, io ero ispirata dalla sua totale concentrazione nel momento dell’ atto artistico.
Perché nel momento in cui creiamo qualcosa di nostro, nulla ci può distogliere: in quel momento siamo tutt’uno con la nostra creazione.
Questa digressione per introdurre il fenomeno, cui tutti siamo soggette e soggetti, del guardare gli altri e del cercare in loro qualcosa che in realtà dobbiamo cercare in noi stessi.
Tutti nella vita proviamo ammirazione nei casi positivi, invidia e gelosia in altri casi.
Ma perché ci troviamo, in età adulta, a cercare riferimenti esterni?
Non sto suggerendo che dobbiamo smettere di confrontare le nostre esistenze con gli altri o non ammirare le opere d’arte e sviluppare i nostri hobby. L’uomo è un animale sociale. Noi abbiamo bisogno di relazioni e confronti, di rispecchiarci e “contaminarci” per continuare a crescere ed evolvere e quindi é sano incontrarsi, condividere e scambiare opinioni e idee, ragionare insieme.
Sto dicendo che se vogliamo anche noi incontrare il nostro talento, sapere fare qualcosa di bello e unico, se vogliamo seguire la nostra ispirazione, allora, appena ci accorgiamo che un’impresa in cui ci siamo imbarcate non fa per noi dobbiamo ancora una volta dirigere lo sguardo verso l’interno piuttosto che all’esterno.
Qui ti insegno a farlo in un modo costruttivo che ti mette sulla strada della tua realizzazione, invece di alimentare frustrazioni fini a se stesse che ti portano sistematicamente a catapultarti in avventure fuori dalle tue corde.
Partiamo dall’abitudine di provare ammirazione per chi “ha successo”, per chi “ce l‘ha fatta”.
Quando provi ammirazione per qualcuno devi fondamentalmente porti le seguenti domande:
Ce l’ha fatta a fare cosa? Ovvero: Cosa significa per me successo?
Voglio fare la stessa cosa che fa quella persona?
Cosa mi sta veramente ispirando quella persona?
E ti devi porre queste domande per i seguenti motivi:
Perchè i media e l’educazione sociale che ti avvolgono e in cui sei cresciuta, purtroppo ti inducono ad ammirare modelli distorti del successo e soprattutto a focalizzarti su ciò che fanno (cantare, recitare, dipingere ecc.) e non su come lo fanno.
Perchè fintanto che ti concentrerai su modelli esterni non potrai entrare in contatto, percepire e cogliere i tuoi talenti personali.
Perchè quello che veramente ti coinvolge, ti ispira, ti fa emozionare quando vedi il tuo idolo o modello di riferimento fare quella cosa in un modo irripetibile, non è la cosa in sé, ma il modo in cui è in contatto con se stesso.
Proprio così: quello che ti ispira un artista o una persona a te vicina che vedi eccellere o capace di imprese magnifiche, non è cosa fa ma come lo fa. Lo stato che raggiunge, nel fare ciò che sa fare.
Ognuno di questi punti va approfondito per essere applicato ed è ciò che faccio durante i miei corsi dedicati alla ricerca del talento.
Il percorso Potentia è sviluppato per metterti in contatto con le tue parti originali, quelle che non sono state “contaminate”, quelle che stanno nascoste dentro di te e se alle volte ti è sembrato di cogliere e seguirle, a un certo punto per qualche motivo ti sono scappate di mano e non ne hai fatto più nulla.
Quelle parti, i tuoi talenti, sono una delle radici della felicità, e non importa se non le hai ancora scoperte, prima o poi é il caso che tu le vada a ripescare e finalmente mettere in azione.
Scrivimi per avere informazioni sul percorso dedicato al talento che si tiene una volta alla settimana nel mio studio in zona Loreto (MM1-MM2).
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